Implantologia dentale per dente singolo o ponte su impianti
19 Aprile 2023
“Gli impianti in titanio sono allo stato attuale la prima scelta per sostituire un dente singolo o più denti . Infatti grazie alle viti implantari di cui si dispone adesso ( con superfici implantari osteoconduttive) , i tempi di trattamento si sono ridotti di molto, per cui dall’inserimento dell’impianto alla consegna della protesi fissa ( dente singolo o ponte) passano all’incirca due mesi, in condizioni di osso sufficiente. Infatti dopo l’inserimento dell’impianto ( vite in titanio che permette di ancorare uno o più denti), la stessa vite in condizioni di osso denso e sano può essere caricata con una protesi fissa dopo due mesi. Non consiglio personalmente il carico immediato su un impianto singolo, poichè le forze masticatorie potrebbero creare un eccessivo stress sulla vite e l’osso adiacente, e bloccare il processo di osteointegrazione, andando a farci rischiare un fallimento implantare. Per casi di denti mancanti singoli infatti è possibile inserire un Maryland Bridge che è una protesi minimamente invasiva come provvisoria, ed è fissa.
Tecnicamente per sostituire un dente singolo tramite un impianto, si deve provvedere a fare una buona anestesia locale, che permetta di lavorare in serenità, senza che il paziente percepisca il minimo dolore, e dopo aver inciso la mucosa si prevede di iniziare la perforazione ossea con frese di calibro crescente. Tale perforazione ossea, dovrà avvenire sotto abbondante irrigazione di soluzione fisiologica fredda, in modo da non surriscaldare l’osso durante la preparazione del sito implantare. Si è visto infatti che il surriscaldamento dell’osso provoca la sua necrosi nella zona i n cui viene posto l’impianto,e ciò porta al fallimento implantare immediato. Una sintomatologia dolorosa molto forte ed intrattabile con i consueti antidolorifici dopo l’inserimento degli impianti può essere un campanello d’allarme per un fallimento implantare precoce.
Prediligo sempre l’inserimento dell’impianto in modalità transmucosa, cioè con vite di guarigione già inserita, nei casi in cui l’impianto si stabilizzi con una forza superiore a 35 ncm, in modo da dover evitare un ulteriore intervento di scopertura impianto.
Ricordo che in caso di estrazioni di denti con infezioni che abbiano provocato difetti ossei, i tempi di sostituzione saranno notevolmente più lunghi per poter ricostruire l’osso mancante.
Personalmente, quando mi trovo dei denti da estrarre con granulomi apicali, o altri difetti ossei che impediscano un immediato posizionamento dell’impianto, preferisco fare l’innesto osseo nella stessa seduta in cui estraggo il dente, per ridurre i tempi di guarigione. Generalmente si potrà avere un fastidio un po’ più accentuato dopo l’estrazione e l’innesto dell’osso, un maggior gonfiore, un’ecchimosi più importante ma nel complesso si riducono gli interventi da fare e la durata del trattamento, perchè reputo che offrire un servizio che riduca i tempi di trattamento ed il numero di sedute presso lo studio dentistico sia un miglior servizio ai Pazienti.